Questa breve biografia può farti capire come sia nato questo business e quale sia la filosofia di lavoro mia personale e dell’azienda.
Sono nato a Genova. Ho fatto il Classico al Liceo Andrea D’Oria.
Lì, grazie al mitico Professor Margiocco, ho cominciato ad apprezzare anche la Matematica e la Fisica, materie che da quel momento ho visto come due forme d’arte, non più solo come due scienze esatte. E da allora mi sono sempre interessato tanto di aspetti umanistici quanto di aspetti scientifici e tecnologici.
Dopo la maturità mi sono iscritto ad Ingegneria. L’ho scelta per una serie di motivi: un po’ per curiosità verso il digitale che stava nascendo; un po’ per le prospettive di carriera post-laura; e un po’ anche per sfida personale, visto che tutti dicevano che – siccome avevo fatto il Classico – ad Ingegneria avrei visto i sorci verdi…
E così sono diventato un ingegnere elettronico, appassionato in particolare dei livelli di automazione che il digitale può apportare a tutti i livelli: organizzativi, produttivi, nelle comunicazioni, etc.
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Scienze umane + Tecnologia
Ho sempre cercato di trovare una sintesi tra due mondi così distanti come umanismo e tecnologia. E ho anche sempre detestato eccessi ed integralismi, sia in un campo che nell’altro.
Mi affascina ad esempio cercare di capire la natura umana, in tutte le sue forme e manifestazioni. Eppure quando ero al liceo non sopportavo l’eccesso di elucubrazioni su questo o quel filosofo o letterato o artista. Va bene studiare gli “originali”, ma molte recensioni dei critici che ci toccava studiare erano veramente demenziale aria fritta!
Analogamente, anche l’uso della tecnologia esercita su di me un’attrazione simile. Ma anche in questo caso senza eccessi maniacali. Ricordo ad esempio di aver visto alcuni compagni d’università entusiasmarsi attorno all’algoritmo perfetto per programmare il calendario di un ipotetico campionato di calcio… mentre io non potevo non pensare che là fuori potesse anche esserci qualcosa di sicuramente più divertente e piacevole…
Ad un certo punto quindi mi sono reso conto che mi piaceva l’umanismo, ma non sopportavo gli umanisti. E che mi piaceva la tecnologia, ma non sopportavo i tecnocrati.
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Servizio militare
Dopo essermi laureato non sono andato subito a lavorare, perché dovevo ancora fare il militare.
Dopo i cinque mesi più lunghi della mia vita al 131° Corso AUC (Allievi Ufficiali di Complemento) presso la Cecchignola – Roma, diventato finalmente Sottotenente vengo assegnato alla Compagnia Comando e Servizi del Battaglione Trasmissioni Frejus, a Torino.
Qui ho visto un curioso spaccato di natura umana: ragazzi di ogni ceto sociale, di ogni livello culturale, di ogni regione, che sono obbligati per la prima volta a uscire dal caldo guscio protettivo della famiglia, e che devono vivere per 12 mesi accomunati dallo stesso contesto ambientale e dalle stesse regole.
Un reality show che solo chi ha vissuto in prima persona può apprezzare.
Ma oltre che per la quantità di insegnamenti sulla natura umana, considero che questa esperienza sia stata molto formativa perché per la prima volta ho realizzato il senso di parole come ORGANIZZAZIONE e PROCEDURE. Al di là dei credo politici e sociali, infatti, il mondo militare è un sistema complesso, fatto di persone che devono coordinarsi ogni giorno. Ed è organizzato con un approccio che può insegnare molto alle aziende, se lo si sa guardare senza pregiudizi:
- si muove solo seguendo delle PROCEDURE: tutto è proceduralizzato; e moltissime procedure sono addirittura codificate per iscritto;
- tutte le procedure sono pensate per essere ESEGUITE OVUNQUE NELLO STESSO MODO;
- e sono pensate per essere eseguibili AL PIU’ BASSO LIVELLO di attitudine individuale. Non è la capacità del singolo individuo a far sì che si raggiunga l’output di quella singola procedura. La procedura stessa è stata pensata “a prova di scemo”, ed è eseguibile da chiunque abbia la qualifica prevista per eseguirla.
E quale azienda – oggi più che mai – non ha l’assoluto bisogno di muoversi come un SISTEMA, e di creare procedure chiare che possano essere eseguite in modo uniforme, senza bisogno di assumere dei fuoriclasse anche per le cose più elementari e ripetitive?
Carriera
Dopo il militare, animato dall’anelito della carriera, ho deciso che Genova mi stava stretta, e mi sono trasferito a Milano.
Il mio primo lavoro è stato in Italtel, dove da bravo ingegnere elettronico mi hanno messo subito a sviluppare software per la supervisione delle centrali telefoniche. In quegli anni stava esplodendo l’ICT (Information & Communication Technology), e l’Italtel era un’azienda molto ambìta, molto formativa, che offriva un’esperienza impagabile per il classico prototipo di ingegnere-ingegnere. Ma io mi ritenevo già allora un “ingegnere anomalo”, per cui ho trascorso lì oltre due anni che, pur con tutta la riconoscenza del mondo verso l’azienda, non posso non definire che DI UNA NOIA MORTALE…
Non faceva proprio per me: ho pertanto cominciato a guardarmi attorno cercando qualcosa di più vario, che non fosse così spiccatamente tecnico.
E dopo aver risposto ad un’inserzione sul Corriere del venerdi (all’epoca una vera miniera di opportunità), un bel giorno sono entrato in Kodak, come sistemista tecnico-commerciale.
E’ la svolta: ben presto, respirando l’aria della multinazionale, scopro il marketing, che vedo come un meraviglioso crocevia di natura umana, comunicazioni, psicologia, e metodi scientifici. Il tutto finalizzato ad ottenere dei risultati di vendita. Il mix ideale per un ingegnere anomalo che viene dal classico e che ha un perenne senso di sfida dentro.
Vengo anche iscritto ad un corso annuale di Marketing in Bocconi, dove mi ripulisco definitivamente delle ultime scorie tecniche e imparo a vedere le cose dal punto di vista commerciale.
Ho trovato la mia strada. E mi autoproclamo “ex-ingegnere”.
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Da allora la carriera aziendale, da Pre-Sale Engineer a Product Manager a Marketing Manager fino a Sales & Marketing Manager, è sempre consistita nel trovare modi innovativi per vendere nuove tecnologie digitali in modo che risultassero facili da utilizzare.
La vita all’interno delle corporation in cui ho lavorato è stata una parte fondamentale del mio percorso professionale. Mi ha arricchito e ha contribuito moltissimo a formare il bagaglio di conoscenze e di esperienze che ho il privilegio di portarmi dietro in dote.
E’ una dote preziosa che cerco costantemente di trasferire nella nostra azienda, al fine di darle un’impronta organizzativa “da multinazionale”, e non padronale.
Questa mentalità è diventata ben presto una delle caratteristiche che ci differenziano sul mercato.
Ed è una delle ragioni per cui risultiamo attraenti non solo alle piccole e medie imprese, ma anche a tantissime prestigiose corporation ci hanno scelto sin dalle origini e che continuano a sceglierci (v. referenze). Perché sentono che hanno a che fare con un’azienda che ragiona come loro, che ha la stessa mentalità, che conosce l’importanza delle procedure, che utilizza le stesse metodologie. Il feeling diventa immediato, e con questo la loro fiducia.
Ma le cose da dire sul capitolo “vita di corporation” sarebbero così tante che preferisco tornarci sopra un po’ alla volta, dedicando degli articoli ad hoc sul nostro blog.
Adesso faccio quindi direttamente un salto in avanti per arrivare al mio approdo nel mondo imprenditoriale.
Sì, perché ad un certo punto è successo che anche la vita del dirigente di multinazionale ha cominciato a starmi stretta, e così ho deciso di mettermi in proprio.
E l’ho fatto, guarda caso, con questa missione: far crescere i profitti delle aziende, o migliorare la qualità del lavoro al loro interno, aiutandole ad utilizzare in maniera semplice le nuove tecnologie digitali.
Prima però di accompagnarti nel racconto della storia aziendale, voglio spendere ancora due parole su alcune mie caratteristiche personali che ho cercato di travasare in azienda, perché anch’esse hanno contributo – unitamente all’approccio da multinazionale di cui ti ho detto sopra – a plasmare la nostra identità.
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Attitudini
1. IMPARARE SEMPRE
Mi diverte molto imparare cose nuove da ciò che mi succede e da ciò che vedo. E mi piace documentarmi in continuazione, leggere, scuriosare, approfondire, studiare. Insomma, sono un perpetual learner.
Solo negli ultimi 50 giorni ho investito oltre 3.000 dollari in libri, programmi di coaching, e membership coi più autorevoli “guru” internazionali del marketing e della vendita. E questi sono i libri e i corsi che sto leggendo o leggerò nei prossimi due mesi:
2. SEMPLIFICAZIONE
Una delle mie fissazioni è quella di SEMPLIFICARE TUTTO, di trovare utilizzi semplici a qualunque cosa. Specie se si tratta di nuove tecnologie digitali che gli altri trovano complicate.
Credo di dovere questo agli studi classici: l’uomo al centro, la tecnologia come strumento al suo servizio, e non viceversa.
3. ANALISI E SINTESI: “DISTILLER” DI SOLUZIONI
Il retaggio ingegneristico mi ha invece lasciato in dono la capacità di analisi, che ho cercato di unire a quella che penso sia invece più un’inclinazione naturale: la sintesi.
Questo connubio di analisi + sintesi mi ha permesso di creare un metodo di lavoro che rappresenta il mio personale marchio di fabbrica. E negli anni ho cercato di travasare in azienda questo metodo a tutti i livelli.
DNA aziendale
Il senso di questa biografia è quello di aiutare a capire le radici dell’azienda stessa. Nel nostro caso, il DNA di B2B è stato evidentemente forgiato da questa storia personale e professionale.
Ad oggi il tratto aziendale che ci rende unici è dunque il seguente:
Dato un qualunque obiettivo o problema di business su cui un cliente ci chiede aiuto:
- sappiamo come documentarci;
- riusciamo ad analizzare il tema per impadronirci degli aspetti più significativi;
- e siamo infine in grado di arrivare ad una sintesi, di distillare il tutto in una soluzione pulita, sfrondata di tutto ciò che è superfluo
In B2B cerchiamo dunque ogni giorno di aiutare i nostri clienti svolgendo un ruolo di
distillatore di know-how e di “best practice”
Raccolte cioè in ingresso informazioni scorrelate e confuse, cerchiamo di metabolizzarle, di sintetizzarle, e di renderle fruibili ai nostri clienti in forma chiara da capire e semplice da mettere in pratica.
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Termina qui questo excursus autobiografico. Spero ti sia stato utile non tanto per conoscere il sottoscritto, ma soprattutto per capire la genesi e l’identità dell’azienda.
Per approfondire ulteriormente la conoscenza di chi siamo, ti invito ora a seguirmi nel racconto della nostra storia aziendale. Ritengo che sia interessante per te leggerla, perché anche le esperienze attraverso cui siamo passati hanno contribuito a fare di noi ciò che siamo oggi.