Da quando Mark Zuckerberg ha fatto quella sua “sparata”, lo scorso 21 ottobre 2021, nei salotti digital-chic non si parla d’altro.
Tutti ne parlano, e nessuno c’ha ancora capito niente.
Ma quel giorno è probabilmente nata la nuova corsa all’oro del prossimo decennio e oltre:
la corsa al Metaverso.
Cos’è questo benedetto Metaverso?
Vediamo di fare un po’ di chiarezza, per quanto possibile.
Anzitutto, l’idea non è un’idea originale di zio Mark.
La parola metaverso compare per la prima volta nel 1992 nel romanzo Snow Crash di Neal Stephenson, scrittore di fantascienza cyberpunk (filone narrativo che mescola scenari dominati da sviluppi senza limite della tecnologia e critica sociale).
Stephenson aveva previsto cose avveniristiche per quel tempo, e poi realizzatesi puntualmente:
– l’avvento delle connessioni senza filo
– le valute digitali…
– e appunto il Metaverso: uno spazio virtuale online, condiviso, a cui i singoli utenti possono accedere per incontrarsi.
Nella sua accezione originale, il Metaverso è tuttora questo.
Una sorta di agorà virtuale.
Una piazza digitale in cui i singoli utenti si “incontrano” e “fanno cose”, impersonati dai rispettivi Avatar (i personaggini che ci somigliano o che somigliano a personaggi di fantasia, un po’ come quando a carnevale ci travestivamo da Zorro o da Fata Turchina).
Detto questo, non è facile articolare un discorso compiuto su una materia ancora così impalpabile e in continuo divenire.
Perciò mi limito qui a dare alcuni suggerimenti e a condividere qualche spunto di riflessione.
Non pretendo di essere esaustivo, ma intanto è un primo punto di partenza.
A ciascuno poi il compito di unire i puntini e farsi la propria idea.
1.
Anzitutto, a seguito della nascita del metaverso:
Non esiste più solo la dimensiona fisica (o se preferisci lo “spazio” fisico).
Non esiste più solo lo spazio onirico.
Non esiste più solo lo spazio immaginativo.
Non esiste più solo lo spazio spirituale.
Oggi esiste anche lo spazio… “metaversico”.
E a chi rigetta questo dato di fatto, dico una cosa provocatoria:
in molti crediamo all’esistenza di un Aldilà… perché allora non possiamo accettare la nascita di un “aldiqua” metaversico?
Il Metaverso, oltretutto, non è un ambiente in cui vivere DOPO la vita reale. E’ DURANTE.
E’ uno spazio in cui si può vivere una forma di vita virtuale TEMPORANEA.
Entri nel metaverso, ci stai un po’, e poi torni a casa tua.
Quindi smettiamo di ignorare o criticare qualcosa che non conosciamo.
Cerchiamo piuttosto di comprenderlo.
2.
Se vuoi provare a calarti in una ipotetica vita nel metaverso, guarda il film di Spielberg intitolato
Ready Player One, del 2017.
Quando l’avevo visto mi erano sembrati i 24 Euro cinematograficamente peggio spesi di tutti i tempi. Ma col senno di poi devo dire che Spielberg era avanti.
3.
Poi guarda la presentazione di Mark Zuckerberg del 21 ottobre 2021, disponibile qui:
A proposito: cosa c’entra Facebook?
Niente, ha solo sfruttato il suo potere di comunicazione per POSIZIONARSI.
E’ l’ennesima dimostrazione che “che è il primo” vince.
Tuttavia il metaverso non sarà di proprietà esclusiva di Facebook… pardon, di Meta.
Non potrà che essere un mondo aperto, con standard e protocolli cross-platform.
4.
Inoltre, se hai un figlio adolescente, stasera stupiscilo!, chiedigli di giocare con te a Fortnite…
Il mondo del gaming è avanti anni luce.
E’ l’industria che sta facendo investimenti MILIARDARI in quello che adesso viene chiamato metaverso, ma che per loro già esiste da anni.
Perciò dobbiamo avere l’umiltà di guardare ai nostri figli adolescenti e preadolescenti come a dei precursori, non come a dei deficienti drogati da un videogame. Giocando con tuo figlio ti accorgerai che loro sono già nel metaverso, che non è altro che un modo DIVERSO di vivere una realtà diversa.
Un tempo quando c’era una cosa complicata e volevamo farla capire ai nostri figli dicevamo:
“Il __cosa complicata__ spiegata a mio figlio”.
Oggi i nostri figli questa cosa complicata la conoscono meglio di noi perché già la vivono, quindi è più corretto dire:
“Il __Metaverso__ spiegato a me da mio figlio”.
5.
Nell’attuale web, chiamato web 2.0, siamo tutti UTENTI.
Nel web 3.0 (che è un altro termine associato al Metaverso) siamo PERSONE.
In questo senso:
Non più passivi, bensì attivi.
E’ una rivoluzione: dalla Fruizione alla Interazione.
Da USERS a PEOPLE.
Per oggi mi fermo qui, perché abbiamo già messo abbastanza carne al fuoco.
Nella prossima email faremo qualche previsione sugli scenari futuri.
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