Immagina di requisire i cellulari e di organizzare una festicciola tra ragazzini articolata così:
- un adulto spiega le regole e fa il giudice
- vengono scelti anzitutto due capisquadra, attraverso un gioco
- a ciascun caposquadra si consegnano in dote dei sacchetti di gettoni
- i capisquadra si sfidano per scegliere i compagni
- una volta composte le squadre, queste si sfidano in una serie di giochi
- vittoria finale e premiazione (e merenda)
Rispetto a whatsapparsi uno accanto all’altro come degli automi, sarebbe già una festa diversa da tutte le altre…
Ma c’è chi ha fatto di meglio:
Ma c’è chi ha fatto di meglio:

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- L’arbitro del gioco era il Gran Confaloniere.
- I capisquadra erano Baldostenghi.
- I giocatori Barabitti.
- La scelta dei capisquadra era una fase chiamata Panzingereticola.
- La sfida per scegliere i compagni si chiamava Pataponfa (autori burloni…)
- I sacchetti di gettoni erano le ambitissime Ciangottine.
In una parola: Dirodorlando.
Chi era ragazzino nei primi anni ’70 si ricorderà sicuramente il programma TV.
Era un gioco a squadre leggendario, di nome e di fatto.
Gli autori avevano infatti ideato un’ambientazione medievaleggiante, dove tutto aveva un nome diverso. E tutto assumeva, solo per questo motivo, un altro colore e un altro sapore.
Giochi semplici, comunissimi, ma che con un nome particolare e avvolti in questo contesto insolito acquisivano un fascino unico.
Questo ad esempio è il “Gioco di Polifemo”, che faceva parte della Pataponfa.
Il nome deriva da Polifemo che, accecato da Ulisse, per contare le pecore le tastava una per una quando uscivano dalla grotta.
Allora: si mettono 15 oggetti in un sacchetto (penne, astucci, qualunque cosa). Ogni giocatore infila la mano nel sacchetto senza vedere, e ha 1 minuto per tastare e capire di che oggetti si tratti. Alla fine li scrive su un foglietto. Vince chi ne indovina di più.
Allora: si mettono 15 oggetti in un sacchetto (penne, astucci, qualunque cosa). Ogni giocatore infila la mano nel sacchetto senza vedere, e ha 1 minuto per tastare e capire di che oggetti si tratti. Alla fine li scrive su un foglietto. Vince chi ne indovina di più.
Ma perchè racconto del Dirodorlando?
Perché il successo di quella trasmissione testimonia come le parole contino ai fini di posizionare la tua azienda, o il tuo prodotto, o te stesso.
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Il programma non avrebbe avuto lo stesso successo se fosse stato presentato come una qualunque gara tra due squadre di ragazzini. Invece, fu posizionato come una tenzone cavalleresca, con dei nomi inventati, in un mondo immaginario.
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E questa formula ne decretò il successo.
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La formula della differenziazione è uno degli argomenti che approfondiamo nel Modulo 1 di TheSystem, dedicato all’importanza di creare un posizionamento chiaro ed un messaggio commerciale efficace.
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Questo è il ink per saperne di più (e per farci eventualmente guadagnare le Ciangottine):
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