Cosa c’entrano bollicine branding e lead generation con questo blog?
Ecco subito spiegato l’arcano.
Un paio di domeniche fa sono stato invitato alla manifestazione FESTIVAL IN CANTINA in Franciacorta. E così ho unito l’utile al dilettevole cercando di trarne qualche spunto interessante per il business.
In compagnia di alcuni amici cultori del buon bere ho visitato due produttori di bollicine di altissima qualità. Gli amici bevevano, e io bevevo e mi guardavo attorno.
Entrambe le cantine hanno prodotti eccellenti. Una è un’azienda molto nota. L’altra non è altrettanto conosciuta al grande pubblico, ma fa dei Franciacorta superbi che non hanno nulla da invidiare alla prima.
(P.S.: gli spumanti Franciacorta non chiamiamoli “Prosecchi”, please. Tra un Franciacorta e un Prosecco passa come dal giorno alla notte).
Comunque, ecco il resoconto della due visite e gli spunti di business che hanno offerto.
Table of Contents
Bollicine, branding e lead generation nella prima cantina
Partiamo dalla visita guidata del mattino.
Location imponente e molto curata.
La guida è una ragazza sulla trentina (forse meno) che indossa una divisa sociale costituita da una T-shirt col brand della casa. Il suo discorso è preparato fino all’ultima sillaba, e snocciolato con passione e senso di appartenenza.
Si parte da un plastico gigantesco che farebbe schiattare d’invidia Bruno Vespa.
Si prosegue con la genesi del nome Franciacorta. Poi la storia dei fondatori. Quindi la distribuzione degli appezzamenti di terreno sul territorio. E infine i tipi di vitigni. Il tutto inframmezzato con curiosità artistiche, data la presenza di una serie di opere di scultori più o meno famosi.
Poi si passa al processo produttivo, sviscerato dalla A alla Z.
Il percorso all’interno dello stabilimento non nasconde nessuna parte, nessun segreto. E puoi fare tutte le foto che vuoi. Insomma, la visita viene condotta con assoluta trasparenza.
E vengono offerte tante informazioni in modo comprensibile anche ai profani. Contenuti interessanti che spiegano i dietro le quinte dell’alchimia di un grande Franciacorta.
Quando arrivi alla fine della visita, hai ben chiaro perché una loro bottiglia costa quello che costa. Anzi, ti sembra persino regalata. Saresti disposto a pagarla di più.
Ben fatto.
E’ il momento della degustazione.
Due diversi tipi di bollicine, in uno show room con una meravigliosa vetrata che si affaccia su un parco lussureggiante.
Buffet con tovaglie, almeno quattro o cinque camerieri che servono, e gli ospiti possono degustare comodamente seduti su tavoli vista parco.
Per accompagnare le degustazioni, prima una bruschetta e una zuppina, poi un risotto.
Come a dire: i nostri Franciacorta non sono fatti solo per l’aperitivo o per il brindisi con la torta a fine pasto. Ci puoi pasteggiare.
Ah, dimenticavo: i piatti sono di porcellana. E rigorosamente griffati con brand della cantina.
Complessivamente quindi un’impressione di raffinata eleganza. Gli esperti di User Experience avrebbero avuto un orgasmo.
Fin qui, per il branding, standing ovation.
(Apro una parentesi.
Se sei interessato ad approfondire temi come: fare branding, creare l’immagine di marca, e CONVERTIRE branding e posizionamento in fatturato, ti invito a leggere questi due articoli presenti sul blog:
- il primo parla di posizionamento e branding e mostra due casi concreti da cui trarre spunto
- il secondo tratta l’importante crocevia “valore di un prodotto – valore percepito dal cliente – prezzo del prodotto”.
Partendo da un divertente caso reale, offre un esempio pratico di come far percepire il valore di un prodotto e sostenere il prezzo
Chiusa parentesi).
Ok, ma…
Ma la lead generation?
Capisco che la manifestazione possa avere soprattutto un valore di immagine, di visibilità. Sta bene che magari sia nata con lo scopo di fare branding del territorio, del metodo di vinificazione, e delle singole cantine che aderiscono all’iniziativa.
Ma ad ogni visita ti ritrovi lì una cinquantina di visitatori, e non provi a monetizzare dopo averli esaltati?
E non provi nemmeno a generare un lead, a farti rilasciare nome ed email per inserirli nella lista di distribuzione della tua newsletter?
La lead generation ha senso anche quando ti rivolgi ai privati, non solo alle aziende: infatti si parla di lead generation B2C e lead generation B2B.
Domanda:
ma ce l’hai una newsletter con cui coltivi i contatti con la stessa cura con cui coltivi le tue uve?
(Dico sempre: “Non fare le domande di cui non vuoi conoscere la risposta”, ma stavolta vabè, facciamoci del male).
Insomma, quando dovrebbe arrivare il momento della Call-To-Action… la Call-to-Action non arriva.
Sì, ok, al termine della degustazione la signorina invita chi lo volesse ad andare nel negozio interno. Ma il negozio è in un’altra palazzina, quindi non proprio comodo da raggiungere. E l’invito all’acquisto non è incisivo. Niente di paragonabile alla perfezione della visita e della degustazione.
E così tutti se ne vanno a mani vuote…
… tranne il mio amico Elio che si sarebbe comprato tutto il negozio ma si “accontenta” di una bottiglia da 130 Euro. Belìn.
Pagella finale
Voto Bollicine: 9
Voto Branding: 10
Voto Lead Generation: 3
Bollicine, branding e lead generation nella seconda cantina
Passiamo alla seconda visita, quella del pomeriggio.
In termini di produzione annuale, tra le due aziende c’è un rapporto di 1:4. La seconda azienda produce cioè ogni anno un quarto delle bottiglie prodotte dalla prima. Comunque, sia ben chiaro, stiamo parlando di un’azienda vinicola coi fiocchi, che produce bollicine deliziose.
Al confronto della precedente, questa location ha un’aria più artigianale, ma gradevole, di personalità. Con un’atmosfera quasi famigliare. Potrebbe essere una scelta di posizionamento ben precisa. Ma la sensazione è che non si siano mai posti il problema.
Ma continuiamo con le altre impressioni.
Il nostro anfitrione è una signora vestita casual. Il suo discorso sembra più improvvisato. Non che le manchi il senso di appartenenza, tutt’altro. Ma tutto viene raccontato con tono più disincantato.
Gli altri si prendevano sul serio, e di brutto. Questi, molto meno.
L’understatement in questi casi non giova. Quando vuoi costruire il branding di una marca o il tuo personal branding, paga di più prenderti sul serio rinunciando a voler fare il simpatico.
La guida sviscera in pochi minuti le notizie storiche su Franciacorta, terreni, fondatori, processo produttivo. Si può fotografare tutto liberamente, ma ci fanno visitare solo paio di locali, che si rivelano peraltro un pelino angusti rispetto al folto gruppo di visitatori.
Comunque, benché la quantità di informazioni sia decisamente più contenuta, anche qui imparo qualcosa.
Finita la veloce visita, si passa alla degustazione.
Questa è più ampia della precedente, essendo costituita da 3 vini anziché 2.
E’ allestita in una corte interna di una villa di non ricordo che secolo, bella, e che mantiene un fascino agreste.
Qui la degustazione è organizzata in modo più informale.
Avviene in piedi.
I Franciacorta vengono serviti da una sorta di chioschetto, versati da una signorina molto gentile.
Il cibo con cui accompagnare il bere sono tre pezzi di panettone. Insomma, classico abbinamento spumante & panettone. Sono offerti su piatti di cartoncino colorato, tipo festicciola di compleanno ai gonfiabili di Ippolandia.
E il negozio interno?
Certo che c’è.
Ed è proprio lì, nella stessa corte, di fronte al chioschetto della degustazione. Ma anche in questo caso viene sponsorizzato senza troppa enfasi.
Inoltre, se entri per chiedere i prezzi, non ti danno un listino che ti puoi leggere in santa pace per conto tuo. Ti allungano una scheda, tutta bella plastificata, ma è l’unica che hanno e gliela devi ridare subito.
Però, udite udite…
… finalmente riconosco un timido accenno di lead generation!
All’ingresso tutti gli ospiti hanno infatti ricevuto una cartolina. Devono usarla per segnare via via i vini che degustano, e poi dovrebbero compilarle e riconsegnarla coi “voti” dei 3 vini. E sulla cartolina dovrebbero essere indicati il tuo nome ed email.
L’idea è buona…
…ma la compilazione della cartolina non viene assolutamente spinta, e quindi alla fine la riconsegnano solo due o tre persone.
E il fatturato?
Per fortuna del produttore, almeno il buon Elio entra nel negozio… e ci lascia altri 120 Euro.
Pagella finale
Voto Bollicine: 9
Voto Branding: 6
Voto Lead Generation: 5
Morale
I due resoconti hanno già offerto molti spunti.
Aggiungo solo due considerazioni.
La prima:
speriamo che Elio ci inviti a bere le bottiglie che ha comprato.
La seconda:
fare bollicine, branding e lead generation NON E’ LA STESSA COSA.
A ciascuno il suo mestiere.
Ora ti chiedo:
se anziché un Festival in Cantina la manifestazione fosse stata un
“Festival del __tuo Prodotto__“
la tua pagella quale sarebbe stata?
*
Se anche tu fai benissimo il tuo prodotto, curi bene o benino il branding, ma hai una lead generation insufficiente, contattaci subito descrivendo la tua esigenza.
Potrai parlare con un nostro esperto che ti fornirà un piano d’azione concreto, attuabile sin da subito: